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I tre mesi in cui (non) ho vissuto a Bruxelles

Il 16 febbraio 2020 sono arrivata a Bruxelles. Il piano era di vivere nella capitale europea fino a giugno, svolgendo un tirocinio in università a Leuven (Lovanio), una città fiamminga poco lontana. Avrei dovuto lavorare come assistente di italiano, dando qualche lezione di lingua e fornendo un aiuto extra a chi ne avesse avuto bisogno. Non ero sola: avrei vissuto questi mesi in dolce compagnia, il che poteva spaventare, ma in realtà era soprattutto entusiasmante.  E così, effettivamente, è stato. Dal 16 febbraio abito a Bruxelles e porto avanti il mio tirocinio; cerco di dare una mano dove serve e vivo entusiasticamente in dolce compagnia. Tutto come previsto, dunque. Se non fosse che a marzo 2020 il mondo ha capito che stava accadendo qualcosa di grosso, che avrebbe cambiato drasticamente le nostre vite normali, organizzate, previdenti. Quella che sembrava una remota malattia, diffusa e pericolosa solo dall’altra parte del mondo, è rapidamente diventata una pandemia

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