Un mese a Heidelberg: Kapitel 4 (quarto capitolo)


Sono trascorse quattro settimane dal mio arrivo in Germania ed è già ora di fare le valigie e ripartire. Al ritorno la valigia non pesa mai come all'andata. Porto con me sette etti in eccesso tra libri e vestiti, tante esperienze, città visitate, ricordi e lezioni imparate. Torno con sentimenti contrastanti. 

Da una parte mi dispiace salutare le persone fantastiche che ho conosciuto, abbandonare questa routine tra lo studio e la vacanza, lasciare questa bellissima città. Dall'altra non vedo l'ora di tornare dai miei cari, dal mio cane e dal mio cibo; non vedo l'ora di riabbracciare chi mi è mancato da morire. 

Anche questa volta torno, spero, un po' più ricca, un po' più saggia. Ho imparato - ed è l'ennesima volta - che le prime impressioni spesso sono sbagliate. Non so nemmeno se "imparato" è la parola giusta, visto che non è la prima volta che mi capita. Forse è un brutto vizio che non se ne andrà mai, forse ci è quasi innato. Quando le persone ti smentiscono, però, riconosci i tuoi limiti e sei invogliato a superarli. Riconoscere di aver avuto torto è sempre e comunque un segno di miglioramento.

Sono grata a tutte le persone che mi hanno stupita e smentita. Ho incontrato tanta gentilezza, apertura, dolcezza e gratitudine. A volte ho pensato di non meritarmelo, e questo mi rende ancora più riconoscente. Sguardi, sorrisi, carezze, atti di leggera spensieratezza e amicizia: ringrazio per tutto. 



Torno conoscendomi un po' meglio, ma con ancora tante domande. Mi sono confrontata con le mie conoscenze e i miei limiti, con l'entusiasmo e la demotivazione - con i due lati di me, sempre in lotta. 

Torno con la voglia di visitare paesi prima mai considerati, con nuovi sogni e speranze per il futuro, così come nuove paure. Il mio mese a Heidelberg è stato intenso come immaginavo.

In conclusione, ogni viaggio è sia esteriore che interiore. Su questo non ci sono dubbi. 

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