Viaggio a Porto

Porto in poche ore mi ha regalato pura magia. Quella di un tramonto infuocato, ma gentile, sull'oceano sconfinato

Porto (Oporto), è la seconda città del Portogallo, dopo Lisbona. Non ero mai stata in Portogallo, così ho deciso di festeggiare il mio primo traguardo universitario (il conseguimento della laurea triennale, yuppi!) con un meritato viaggetto da queste parti.


Con me una fedele compagna, Zilvia (come la chiamo io), conosciuta all'inizio del terzo anno di università. Avevamo una cosa in comune: tutte e due eravamo appena tornate dall'erasmus e, ritrovateci di nuovo a Milano, ci sentivamo un po' spaesate. Poi abbiamo scoperto di avere altri buoni motivi per andare d'accordo, ma questa è un'altra storia. In ogni caso, siamo finite insieme in Portogallo, e di questo posso solo essere felice.

Porto è una piccola città dalla bellezza decadente, direi. Come altre città portuali, ha il grande pregio di essere circondata dall'acqua e il piccolo difetto di essere un po' sporca. Fidatevi, però, che questo non rovina in alcun modo l'atmosfera.




Ciò che rende questa città estremamente piacevole da visitare sono i colori degli edifici, spesso decorati da delle piastrelline tutte adornate chiamate azulejos. Anche le chiese ne sono piene, sulle facciate esterne e alcune anche sulle pareti interne. I loro azulejos, però, sono particolari: rappresentano storie, realizzate unendo delle piastrelle bianche sulle quali è dipinto, in blu, un dettaglio del quadro finale. Il risultato è come un mosaico-dipinto, qualcosa che mi ha sorpresa sin da subito e mi è piaciuta moltissimo.


Un'altra caratteristica che mi è piaciuta molto di Porto, anche se può rendere la visita della città un po' più impegnativa del previsto per il turista medio, è che le sue strade si susseguono in un continuo saliscendi, creando un ambiente mai piatto e noioso, ma sempre dinamico. Salendo e scendendo la vista della città cambia in continuazione, senza divenire mai monotona. 

A colpirmi è stato anche il vasto utilizzo che si fa da quelste parti del sughero: quella che il primo giorno mi pareva la pratica singolare di un artigiano - ossia realizzare oggetti quotidiani in sughero, dalle cinture agli astucci, alle borse e via dicendo - è in realtà un'usanza tipica del Portogallo, a dimostrarlo le numerose boutique dedicate ai prodotti in sughero e gli innumerevoli negozi turistici pieni zeppi di souvenir, sempre in sughero, di tutti i tipi. 


Azulejos e sughero, dunque, i simboli di Porto. Ma non dimentichiamoci il cibo, in particolare il baccalau, piatto nazionale, e il vino, il famoso Porto.


Fin dal nostro arrivo, sapevamo che avremmo dovuto provare entrambe le specialità, ma non pensavamo che il baccalau potesse essere preparato in vari modi. Così, anziché il piatto tipico portoghese, quell'unica sera che ci siamo concesse al ristorante siamo finite a ordinare una Spigola (branzino) alla piastra e del baccalau impanato, molto simile al semplice merluzzo (abbiamo poi scoperto che il baccalà consiste di due tipi di merluzzo!), ma comunque buono. Apprezzabilissimo poi il rapporto qualità-prezzo: se si evitano i posti turistici, si può mangiare davvero con poco. Una minestra a 2€, del pesce a 6€, 12€ se scegli un posticino più carino, e il caffè 0,75€. Ed è anche buono! 


Dopo aver girato il centro storico in lungo e in largo ed esserci riempite lo stomaco, l'ultimo giorno abbiamo deciso di attraversare il ponte di Eiffel (sì, lo stesso della Torre) e goderci il panorama dall'alto, nonché la vista della città dalla sponda opposta del fiume. Il ponte collega le due parti della città ed è costruito su due piani, entrambi percorribili in auto o a piedi. La vista dall'alto del ponte è fantastica e vale decisamente la fatica delle scale necessarie per salirci. Una volta scesi è possibile percorrere la passeggiata lungo il fiume, esattamente di fronte al centro storico, sulla quale si trovano diversi localini per mangiare o fare degustazioni di vino. Ma anche solamente passeggiare davanti a quella splendida cartolina che è Porto vista dal fiume è gratificante, molto.



A Porto abbiamo trascorso bellissimi momenti: in riva al mare, lungo il fiume, su e giù per le strade, nei negozi, nelle chiese, a casa nostra. Abbiamo soggiornato in una stanza di una tipica casa portoghese, con la scala e i pavimenti in legno e una finestra in cucina un po' rotta. Ma anche se alcune cose erano da sistemare (e dal prezzo a notte c'era da aspettarselo) gli inquilini che ci hanno ospitate hanno reso il nostro soggiorno ancora più speciale.

Chantal e Javier sono due simpatici cuochi messicani, nonché una coppia ora in giro per il mondo, e abbiamo avuto la fortuna di cenare con loro e dei loro amici, tutti stranieri, durante una piccola festa in casa. Il cibo era buono e la compagnia altrettanto ottima. È stato molto divertente, e ancora una volta ho constatato quanto un viaggio di qualità dipenda anche dalle persone che incontri sulla via.

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